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Cos'è LEADER

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GAL Alto Bellunese

Da decenni ormai l’Unione Europea ha adottato un approccio metodologico innovativo nelle politiche di sviluppo rurale. Questo metodo si chiama LEADER – acronimo di Liaison Entre Actions de Développement de l'Économie Rurale, ovvero Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia locale – ed è utilizzato per ideare, definire e gestire, assieme ai territori stessi, le azioni di sviluppo delle zone rurali.

La modalità di lavoro consiste nel coinvolgere gli attori locali nell’elaborazione e nell’attuazione di strategie, nei processi decisionali e nell’attribuzione delle risorse per lo sviluppo territoriale. 

LEADER è attuato nell’ambito dei Programmi di sviluppo rurale (PSR) nazionali e regionali di ciascuno Stato membro dell’UE, cofinanziati dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

LEADER è anche la ragione stessa dell’esistenza dei Gruppi di Azione Locale, partenariati pubblico-privati nati proprio per gestire i fondi del FEASR a livello locale. I GAL europei che lavorano con LEADER sono più di 2800. Il GAL Alto Bellunese è uno di loro: ha il compito di delineare e attuare una strategia di sviluppo locale, di decidere la destinazione delle risorse finanziarie e di gestirle.

Nel concreto, LEADER prevede che i GAL individuino i punti di forza e debolezza del proprio territorio, nonché le opportunità e le minacce che derivano dal contesto esterno. Questa analisi, preliminare alla definizione della strategia, ha l’obiettivo di rilevare i fabbisogni specifici dell’area di competenza e di pianificare di conseguenza azioni di sviluppo che rispondano a bisogni reali. La Strategia di sviluppo locale – il documento che indirizza la gestione dei fondi assegnati ai territori nell’ambito di ciascun ciclo di programmazione – viene elaborata a partire dall’analisi effettuata dai GAL, assieme ai portatori di interesse locali, in un percorso partecipativo che coinvolge quanto più possibile le realtà rappresentative di ciascun territorio.

L'approccio LEADER è costituito da sette caratteristiche fondamentali che devono essere presenti e applicate simultaneamente.

1. L'approccio ascendente

L’approccio ascendente (dal basso verso l’alto, o bottom-up) è l’elemento cardine di LEADER. L’idea di fondo è che i soggetti locali, che lo vivono quotidianamente, siano i migliori esperti dello sviluppo del proprio territorio. E quindi vengono coinvolti da LEADER non tanto e non solo come beneficiari, ma come parti attive, forze propulsive che devono poter partecipare alle decisioni che riguardano il futuro del proprio mondo.

2. L'approccio territoriale

Il finanziamento dei programmi di sviluppo locale si basa sui territori, e non sui progetti: ovvero, si concentra sulle priorità di ciascuna zona di intervento, considerata nella sua totalità, e non su specifici progetti o gruppi di progetti.

3. Il partenariato locale

I partenariati sono diversi da territorio a territorio, e si evolvono nel tempo: tutti però hanno come obiettivo la rappresentatività della propria area di competenza, e devono seguire alcuni principi sanciti nei regolamenti dell’Unione Europea. Ogni GAL – che di fatto è lo strumento di governance del partenariato – deve comprendere partner dei settori pubblico e privato e della società civile; deve garantire una composizione equilibrata e ampiamente rappresentativa degli interessi e dei diversi settori socio-economici locali.

4. La strategia integrata e multi-settoriale

Le linee guida della strategia elaborata dai GAL all’inizio di ogni programmazione sono il frutto di un processo che stimola la partecipazione e le sinergie tra gli attori locali, e che affronta le problematiche del territorio in maniera integrata, provando a rispondere ai bisogni condivisi di settori diversi della società locale, e investendo su diversi ambiti di attività.

5. La rete

Il GAL, di per sé, è già una rete: è un partenariato. Con il suo lavoro quotidiano, contribuisce all’attivazione di collegamenti e sinergie tra gli abitanti del proprio territorio di competenza. Nell’ambito di LEADER però i vantaggi del collegamento in rete vanno anche oltre questa dimensione locale: esistono infatti le Reti rurali nazionali, istituite nell’ambito dei Programmi di sviluppo locale, e la Rete europea per lo sviluppo rurale.

6. Innovazione

La ricerca e la promozione di soluzioni nuove e innovative per ovviare ai problemi locali o per cogliere le opportunità esistenti sono state fin dall’inizio un elemento centrale di LEADER. L’innovazione riguarda ciò che viene fatto, le tipologie di attività sostenute, i prodotti o i servizi sviluppati, ma si riferisce anche e soprattutto al modo di fare le cose.
I GAL hanno l’obiettivo di apportare nuovi elementi e soluzioni allo sviluppo dei rispettivi territori. Creando le giuste condizioni e accompagnando lo sviluppo di idee nuove e innovative, i GAL possono generare cambiamenti sostanziali e duraturi e benefici per i loro territori.

7. Cooperazione

La cooperazione con altre regioni può essere una preziosa fonte di innovazione e di trasferimento di conoscenze per i territori. Nelle zone rurali, la cooperazione inter-territoriale e internazionale conferisce una dimensione più ampia allo sviluppo locale: perché allena a lavorare in gruppo e tra zone diverse per realizzare un progetto comune, ed è spesso occasione di condivisione di metodi innovativi e buone pratiche di successo.

Inizialmente LEADER è nato come uno strumento finanziario speciale, di cui l’Unione Europea si era dotata per individuare soluzioni nuove a problemi diffusi nell’intero suo territorio. La prima fase, dal 1991 al 1993, è stata una fase pilota, che ha coinvolto 217 zone rurali svantaggiate. Dal 1994 al 1999 la sperimentazione è proseguita negli stessi territori, con LEADER II.

Con LEADER+ l’approccio metodologico, forte dei buoni risultati della doppia fase sperimentale, è stato esteso a tutte le aree rurali europee. È questa, infatti, la prima programmazione LEADER alla quale il GAL Alto Bellunese ha partecipato.

Con la programmazione 2007-2013 il metodo LEADER è diventato parte integrante della politica di sviluppo rurale dell’Unione, e componente obbligatoria di tutti i Programmi di sviluppo rurale nazionali. Con il quinto ciclo di programmazione 2014-2020 il campo di applicazione dell’approccio LEADER è stato esteso anche ad altri fondi strutturali europei, oltre al FEASR: in questi casi, poiché l’ambito di applicazione non è più solo rurale, il metodo viene definito con una nuova denominazione, CLLD – ovvero, Community-led local development, Sviluppo locale di tipo partecipativo.

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